Strade d’erba

Vanno, vengono, ogni anno si fermano nelle nostre campagne con un gregge di 1000 pecore, con gli asini e i cani: sono Vigilio Eccel e Antonio Untersteiner, da Roveda nella Valle dei Mocheni in Trentino il primo, di Maransen in val Pusteria il secondo, soci e amici da 22 anni di vita nomade passata assieme giorno e notte. ©Antonietta Spizzo per “Il Nuovo” 2005.

Certo moltissimi lettori li avranno visti in tutti questi anni dalle rive del Tagliamento alle valli del Natisone, lungo il loro percorso sempre uguale e tramandato da generazioni, e certo molti si saranno stupiti pensando a questa vita inattuale oppure avranno immaginato il passaggio a una certa stanzialità, a certe comodità. Invece Vigilio e Antonio sono dei veri nomadi, e sono soddisfatti della loro vita in apparenza dura. Un po’ ci conosciamo: qualche volta in passato il loro gregge si materializzava come dal nulla nei campi dietro casa, ma ora passano sempre più lontano dal paese.

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Tradotto in italiano “Rombo”, di Esther Kinsky

Tradotto in italiano “Rombo” di Esther Kinsky, il romanzo dedicato al terremoto del 1976 e ambientato in val Resia

 “In seguito, tutti parleranno del rumore. Del rombo. Con cui è iniziato. Con cui tutto è cambiato, come dicono, in un colpo solo, anche se forse era piuttosto una spinta, come la conclusione sorda e smorzata di un movimento cominciato molto lontano. Quel rumore si è inscritto nella memoria di ciascuno, sotto nomi diversi”. E “Rombo” è appunto il titolo –in italiano, ma anche nell’originale tedesco – del nuovo romanzo di Esther Kinsky, appena pubblicato da Iperborea nella bella traduzione di Silvia Albesano e presentato a Udine in una affollata Sala Ajace – in anteprima italiana – martedì 5 aprile 2023.

“Rombo” è un romanzo corale che racconta il terremoto del 1976 attraverso il ricordo di sette personaggi – tre uomini e quattro donne, bambini o ancora giovani al momento del sisma – che vivono in una remota valle alpina, che però grazie alle minuziose descrizioni del paesaggio e a molti altri indizi univoci noi abitanti del Friuli identifichiamo inequivocabilmente con la val Resia. Tuttavia (e aggiungerei personalmente purtroppo) durante la presentazione questo aspetto non è stato approfondito, in quanto al centro dell’attenzione è stato posto quasi solo il tema della memoria, della sua persistenza, delle sue discordanze e dei suoi slittamenti. Leggi tutto “Tradotto in italiano “Rombo”, di Esther Kinsky”

I nuovi pionieri

©Antonietta Spizzo per “IL NUOVO”2004

Decima e ultima tappa, Plan delle Farcadice, m 650, in comune di Faedis. Per chiudere in bellezza questo breve viaggio alla ricerca della montagna friulana che resiste, abbiamo scelto non un paese ma un caso emblematico e decisamente controcorrente: c’è qualcuno, ogni tanto, che come Antonio Zaro decide di andare a vivere e a lavorare in montagna e si insedia – come un nuovo pioniere – in mezzo alla natura. E l’azienda agrituristica condotta da lui e da sua moglie Patrizia è oggi una realtà consolidata e dimostra non solo che con coraggio e passione si può vivere, e bene, anche in una situazione difficile, ma anche che è possibile creare dal nulla un’attività produttiva e posti di lavoro. Leggi tutto “I nuovi pionieri”

Le pecore alpagotte a Polcenigo

Da generazioni la famiglia Celant di Polcenigo alleva le pecore alpagotte, una razza antica e robusta, adatta all’alpeggio, e ora considerata meritevole di tutela.

© Antonietta Spizzo per “IL NUOVO”, 2006.

Per questa nuova puntata andiamo ai confini occidentali del Friuli, e precisamente a Coltura di Polcenigo, ai piedi del poderoso muraglione del Cansiglio che si erge quasi di colpo dalla pianura. E’ qui, in una delle ultime case del paese, già sul pendio, che si trova l’azienda agricola di Michele Celant, agricoltore, allevatore e “custode” della razza delle pecore alpagotte. Lo incontriamo nell’aia, intento ad armeggiare su un trattore, con due cucciolotti scatenati che giocano ai suoi piedi.

Michele, classe ’62, ha un modo di fare aperto e franco e un sorriso simpatico che ti fa passare in un attimo dal lei al tu. Bè, faccele vedere queste alpagotte che siamo curiosi! Leggi tutto “Le pecore alpagotte a Polcenigo”

Nasce l’associazione dei Produttori antichi mais friulani che aderisce a Slow Mays

Riporto due interessanti articoli del 2018 a completamento dell’intervista con Gianpaolo Chendi “Un mais bianco perla”.
 
 Dal Messaggero Veneto del 6 marzo 2018 – Rosso di Aquileia, socchievina, resiano, bianco perla friulano, pignoletto, dente di cavallo, cinquantino: sono alcune delle antiche cultivar di mais a libera impollinazione che un gruppo di “contadini custodi” del Friuli Venezia Giulia continua a produrre in regime di certificazione biologica.

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La sfilata dei cereali e i grani antichi

Grani antichi, che cosa sono? 

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di “grani antichi”, intendendo in realtà grani tradizionali e locali. Trattandosi di un argomento complicato, la confusione regna sovrana, perché quasi sempre non si conosce l’ampia tavolozza dei cereali, e tra questi ancor meno si distinguono i vari tipi di frumento con le loro innumerevoli varietà.
 
Innanzitutto dobbiamo chiederci se sia corretto chiamare “antiche” queste varietà. Antiche rispetto a quando? Che multiplo di dieci vogliamo prendere come metro, 100 oppure 10.000 anni? Se vogliamo risalire agli albori dell’agricoltura e alla conseguente domesticazione delle piante selvatiche, allora tutti i cereali sono stati “geneticamente modificati”, perché sono stati senza sosta selezionati dall’uomo per adattarli alle sue esigenze. Se parliamo invece del secolo scorso, i grandi mutamenti sono avvenuti negli anni Cinquanta, con l’avvento dei fertilizzanti chimici e la necessità di produzioni sempre maggiori. In questo secondo caso a buon diritto possiamo definire “antichi” quei cereali che non hanno subito selezioni recenti. 
Premesso che tutti i cereali di cui parleremo, anche quelli di nicchia, sono coltivati anche in Friuli e quindi si possono acquistare qui da noi privilegiando una filiera corta (rivolgersi eventualmente all’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, www.aiab.fvg.it), possiamo allora chiederci per quali motivi dovremmo ricercare e consumare queste varietà.

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Il cavallo TPR friulano, un gigante da salvare

A Artegna Renzo Buzzulini, agricoltore da una vita, alleva e addestra – per passione – una razza equina minacciata di estinzione.

L’azienda agricola di Renzo si trova proprio sotto il castello di Artegna, nella piana. E’ qui che troviamo un gigante equino quasi scomparso, il cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido, conosciuto tra gli addetti ai lavori con l’orribile sigla CAI -TPR. Leggi tutto “Il cavallo TPR friulano, un gigante da salvare”

L’erba medica di Premariacco

Ascesa e declino dell’erba medica di Premariacco, un tempo famosa in tutto il Friuli e ben oltre: per saperne di più andiamo a intervistare Fabio Donato, classe 1933, agricoltore per tradizione e per vocazione, ma soprattutto appassionato pioniere e sperimentatore di ogni tipo di innovazione in campo agricolo.

Fabio adesso si dedica principalmente al suo vigneto, ma conserva documenti preziosi per la storia di Premariacco nel secolo ormai trascorso. Leggi tutto “L’erba medica di Premariacco”

Le viole mammole di Udine

Fuggimmo all’aperto:/le cadde il bel manicotto/adorno di mammole doppie. /O noto profumo disfatto/ di mammole e di petit-gris…” (G. Gozzano, Un rimorso)

Eh sì, ond’ai quasi cent subite” – così esordisce Ines De Marco, detta Blancje, classe 1908, quando andiamo a trovarla nella sua casa di Pozzuolo per parlare di una storia molto lontana e dai contorni quasi fiabeschi, la storia di una passione che ha permesso a una pianta di sopravvivere. Sul tavolo della cucina, in un vasetto, un mazzolino di viole – che somigliano a roselline in miniatura – timidamente profumate in questo marzo freddissimo. Fausta Della Vedova, che ha sposato un nipote di Blancje, mi mostra due grandi foto dove una bella signora dai capelli candidi è ritratta in un giardino in mezzo a una profusione di gigli rose ortensie che quasi la sovrastano: sono i fiori decisamente i protagonisti della scena. Leggi tutto “Le viole mammole di Udine”

Cereali che passione! Intervista a Renzo Nadalutti di Reana

©Antonietta Spizzo 2020 per “TIERE FURLANE”

I lettori affezionati di Tiere furlane hanno già fatto conoscenza con il sarasin (n.29), l’uardi culinot (n.28), la blave cincuantine (n.12), il sorgo (n.26) e ne sanno ormai vita, morte e miracoli. Del frumento però finora non abbiamo mai parlato e forse, accerchiati come siamo dal grande mare ondeggiante della blave, abbiamo perso ogni speranza di trovare un discreto assortimento di grano duro e tenero prodotto da una azienda friulana, e quindi a km zero o giù di lì. Per non parlare poi della pasta a km zero, estintisi ormai i gloriosi pastifici Mulinaris e Storti di Udine,  Quadruvium di Codroipo (TFn.3), Barborini & Pignoni di Cortale, Tomadini di Pordenone, eccetera. Eppure, eppure…nelle recondite pieghe della pianura friulana a ben cercare si trovano delle inaspettate filiere corte e cortissime che possono soddisfare proprio tutte le esigenze, quelle di prodotti sani e biologici, ovviamente, ma anche molto altro. Leggi tutto “Cereali che passione! Intervista a Renzo Nadalutti di Reana”

Le castagne di Peonis

Una volta curato e bello come un giardino, il famoso castagneto di Peonis è ora deperito e abbandonato a se stesso, ma ancora produce quattro varietà di castagne.

Chi pensa alle castagne, in questo autunno dorato, pensa certamente alle Valli del Natisone, a Montenars, a Faedis, tutti luoghi in cui questo frutto un tempo così importante per la sopravvivenza è ancora un discreto protagonista, sia pure solo di feste e sagre. Ben difficilmente il suo pensiero andrà alle castagne di Peonis, piccola frazione di Trasaghis, situata di là da l’aghe ai piedi del monte Covria. Eppure si racconta che alla fine dell’Ottocento si potesse andare dalla valle del lago di Cavazzo fino a Verzegnis costantemente all’ombra di castagni da frutto (Castanea sativa). Così per questa nuova puntata di biodiversità perduta ho voluto andare a cercare che cosa è restato di queste piante e se ancora questo frutto vive là nella memoria collettiva. Facendo una ricerca su Internet con le parole chiave “Castagne” e “Peonis” si scopre l’esistenza della Festa della Madonna della Salute, organizzata dal gruppo di volontariato locale “Chei di Peonis”.

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Un giardino da mangiare (con Giusi Foschia)

Ventun marzo, inizio della primavera, “dies violae” per i latini: quale occasione migliore per inaugurare un vivaio in una bella giornata di sole? L’erba verde luccica nella valletta riparata del torrente Zimòr, a Zomeais di Tarcento, dove ha sede l’azienda agricola molto speciale di Giusi Foschia. Si chiama “Il giardino commestibile”, e oggi riapre i suoi battenti dopo la pausa invernale. Sull’ingresso vasi di viole, di margherite e di calendule, all’interno centinaia di vasetti con tutti i possibili varietà di mente, di salvie, di erbe aromatiche e medicinali, locali o esotiche. Giusi ne coltiva infatti ben 240 specie diverse! Leggi tutto “Un giardino da mangiare (con Giusi Foschia)”

Tutela delle razze animali locali in via di estinzione

Riporto qui un interessante articolo del 13 novembre 2010 riguardante la tutela delle razze animali locali in via di estinzione, come aggiornamento al mio articolo “Terminati!” apparso su “Il Nuovo” nel 2006.

VIOLINO, BIODIVERSITA’ CONTRO L’OMOLOGAZIONE

“Il mantenimento nell’agricoltura di tutte le diversità biologiche possibili è strettamente correlato al perseguimento degli stessi obiettivi per quanto concerne la cultura e l’identità: in tal senso la globalizzazione non rappresenta una minaccia d’omologazione, bensì un’opportunità per farsi riconoscere”.

E’ quanto ha affermato l’assessore regionale alle Risorse rurali e agroalimentari Claudio Violino al convegno sulle ”Razze animali locali in via di estinzione’‘ organizzato oggi, nell’ambito dell’undicesima edizione della festa ”Gemona formaggio … e dintorni”, dall’Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia.

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Terminati! Animali friulani perduti per sempre

Per ottusità e in nome del facile guadagno, nel corso degli ultimi centocinquant’anni molti animali autoctoni sono stati abbandonati al loro destino e si sono estinti.

©Antonietta Spizzo 2006 per “IL NUOVO”.

La ricerca di nicchie di biodiversità animale in Friuli mi ha portato ripetutamente a imbattermi nelle tracce dei numerosi animali estintisi nel corso dell’ultimo secolo.

In tutti i settori della zootecnia ci troviamo di fronte alla stessa realtà: le vecchie razze sono ormai quasi completamente scomparse oppure ne sono rimasti pochissimi esemplari. La causa è semplice: l’allevamento è ormai in gran parte scollegato dall’ambiente in cui si svolge, e le razze locali, rustiche, che si erano adattate ad ambienti con foraggi poveri, avevano anche basse produzioni e non hanno più interesse per gli allevatori odierni. Le razze moderne, grazie anche alla fecondazione artificiale che permette di superare le distanze con il trasporto del seme, sono letteralmente internazionali, anzi “globalizzate”. Leggi tutto “Terminati! Animali friulani perduti per sempre”

Emilio Bulfon di Valeriano, l’archeovignaiolo

Nuove speranze per vecchi vitigni

Emilio Bulfon a Valeriano ha fatto della ricerca e del recupero dei vecchi vitigni il suo ideale di vita, e dimostra che coltivare queste varietà può essere non solo una passione ma anche fonte di reddito e di grandi soddisfazioni.

Aramon, Bravbana, Cjanorie, Codelungje, Coneute, Cipro, Forgiarin, Fumàt, Givàn, Glere, Curvìn lustri, Negràt, Piculìt Neri, Pignûl, Ribolla Spizade. E ancora: Sciaglìn, Uarnasse, Ucelùt, Verdisòt…sono solo alcuni delle decine e decine di vitigni friulani che con i loro nomi strani e suggestivi compaiono sul Vocabolario Pirona alla voce “Ùe”. Leggi tutto “Emilio Bulfon di Valeriano, l’archeovignaiolo”

Un mais bianco perla – con Gianpaolo Chendi a Terzo d’Aquileia

A colloquio con Gianpaolo Chendi, che nella sua azienda agricola a Terzo di Aquileia coltiva l’antico mais Biancoperla friulano e conserva e riproduce sementi di altre varietà quasi scomparse.

©Antonietta Spizzo 2006 per “IL NUOVO”.

Blave, sortùrc, granoturco, mais: che cos’era e che cos’è oggi? Una pianta che per secoli ha rappresentato in Friuli la sopravvivenza, oggi serve solo per produrre mangime per animali e si comincia a parlare di usarla come combustibile. Ci siamo bene o male assuefatti, come se non avessero più alcun rapporto diretto con noi, alle grandi distese di monocoltura a mais che hanno rovinato il paesaggio della pianura friulana, e nessuno conosce più i nomi delle antiche varietà soppiantate dalle sementi ibride dai nomi strani, monopolio delle grandi multinazionali.

E’ per questo che facciamo visita a Gianpaolo Chendi, a Terzo d’Aquileia, uno dei “custodi dei semi” friulani che da una decina di anni si dedica con passione alla conservazione e alla coltivazione di alcune antiche varietà di cereali. Leggi tutto “Un mais bianco perla – con Gianpaolo Chendi a Terzo d’Aquileia”

L’antica villa incastellata: Rocca Bernarda

Un luogo bellissimo in comune di Premariacco!

Questa villa cinquecentesca (1567), dall’aspetto turrito e fortificato, spicca con il suo colore rosso sbiadito sulla sommità della collina che digrada a balze. Ai quattro angoli torri circolari che non hanno funzioni difensive, ma solo ornamentali. Statue leggiadre fanno capolino tra gli alberi secolari: due grandi cipressi, della ragguardevole età di 420 anni, stanno a guardia dell’ingresso della dimora. La loro circonferenza è di 5 m  e sono considerati monumenti naturali. Guardando verso nord, altri cipressi più esili e flessuosi coronano la cima di collinette a tortiglione, e paiono pennelli pronti per ridipingere il mondo.

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Il periplo di Premariacco!

Giretto di Premariacco in tempo di “zona arancione”: senza mai uscire dai confini del nostro comune abbiamo percorso quasi 50 km toccando zone di interesse naturalistico (la campagna tra Moimacco e Orzano, le sponde del Malina, le colline di Buttrio) e paesaggistico-artistico come la Rocca Bernarda, per poi chiudere il giro passando il Natisone sulla passerella di Firmano e i due borghi storici di Premariacco city (borgo Sacco e Borgo Viola). 

La mappa del nostro periplo

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“Andamento lento” rivisitato in tempo di pandemia

Dicembre 2020: dopo l’esperienza del lockdown totale della scorsa primavera e della “zona arancione” appena trascorsa, in cui non era possibile spostarsi dal proprio comune, pensiamo possa essere interessante rileggere in modo critico quello che avevamo scritto nel 2005 come introduzione al volume “Andamento lento”, itinerari friulani da fare a cavallo, a piedi oppure in bicicletta. Leggi tutto ““Andamento lento” rivisitato in tempo di pandemia”

I campi dietro casa

Ripropongo un vecchio articolo tratto da “Andamento lento”, mi sembra utile di questi tempi…

Abbiamo sempre avuto, fin da piccoli, una grande passione per i cavalli, ma abitando in città non era certo facile realizzare il desiderio di avere un cavallo tutto nostro. Ma quando, nel 1991, ci siamo finalmente trasferiti in campagna, a Premariacco, in una grande casa contadina con tanto di stalla, allora sì che ci siamo portati a casa un bel cavallo, anzi due. E così finalmente i cavalli sono vicino a noi, e la mattina possiamo vederli dalla finestra della nostra camera. Sono là che ci aspettano e ci chiamano con quel loro “frrr…” tutto speciale che non ha nome in nessuna delle lingue che conosciamo. Leggi tutto “I campi dietro casa”