Leggi tutto “Nasce l’associazione dei Produttori antichi mais friulani che aderisce a Slow Mays”
La sfilata dei cereali e i grani antichi
Grani antichi, che cosa sono?
Il cavallo TPR friulano, un gigante da salvare
A Artegna Renzo Buzzulini, agricoltore da una vita, alleva e addestra – per passione – una razza equina minacciata di estinzione.
L’azienda agricola di Renzo si trova proprio sotto il castello di Artegna, nella piana. E’ qui che troviamo un gigante equino quasi scomparso, il cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido, conosciuto tra gli addetti ai lavori con l’orribile sigla CAI -TPR. Leggi tutto “Il cavallo TPR friulano, un gigante da salvare”
L’erba medica di Premariacco
Ascesa e declino dell’erba medica di Premariacco, un tempo famosa in tutto il Friuli e ben oltre: per saperne di più andiamo a intervistare Fabio Donato, classe 1933, agricoltore per tradizione e per vocazione, ma soprattutto appassionato pioniere e sperimentatore di ogni tipo di innovazione in campo agricolo.
Fabio adesso si dedica principalmente al suo vigneto, ma conserva documenti preziosi per la storia di Premariacco nel secolo ormai trascorso. Leggi tutto “L’erba medica di Premariacco”
Le viole mammole di Udine
“Fuggimmo all’aperto:/le cadde il bel manicotto/adorno di mammole doppie. /O noto profumo disfatto/ di mammole e di petit-gris…” (G. Gozzano, Un rimorso)
“Eh sì, ond’ai quasi cent subite” – così esordisce Ines De Marco, detta Blancje, classe 1908, quando andiamo a trovarla nella sua casa di Pozzuolo per parlare di una storia molto lontana e dai contorni quasi fiabeschi, la storia di una passione che ha permesso a una pianta di sopravvivere. Sul tavolo della cucina, in un vasetto, un mazzolino di viole – che somigliano a roselline in miniatura – timidamente profumate in questo marzo freddissimo. Fausta Della Vedova, che ha sposato un nipote di Blancje, mi mostra due grandi foto dove una bella signora dai capelli candidi è ritratta in un giardino in mezzo a una profusione di gigli rose ortensie che quasi la sovrastano: sono i fiori decisamente i protagonisti della scena. Leggi tutto “Le viole mammole di Udine”
Cereali che passione! Intervista a Renzo Nadalutti di Reana
©Antonietta Spizzo 2020 per “TIERE FURLANE”
I lettori affezionati di Tiere furlane hanno già fatto conoscenza con il sarasin (n.29), l’uardi culinot (n.28), la blave cincuantine (n.12), il sorgo (n.26) e ne sanno ormai vita, morte e miracoli. Del frumento però finora non abbiamo mai parlato e forse, accerchiati come siamo dal grande mare ondeggiante della blave, abbiamo perso ogni speranza di trovare un discreto assortimento di grano duro e tenero prodotto da una azienda friulana, e quindi a km zero o giù di lì. Per non parlare poi della pasta a km zero, estintisi ormai i gloriosi pastifici Mulinaris e Storti di Udine, Quadruvium di Codroipo (TFn.3), Barborini & Pignoni di Cortale, Tomadini di Pordenone, eccetera. Eppure, eppure…nelle recondite pieghe della pianura friulana a ben cercare si trovano delle inaspettate filiere corte e cortissime che possono soddisfare proprio tutte le esigenze, quelle di prodotti sani e biologici, ovviamente, ma anche molto altro. Leggi tutto “Cereali che passione! Intervista a Renzo Nadalutti di Reana”
Le castagne di Peonis
Una volta curato e bello come un giardino, il famoso castagneto di Peonis è ora deperito e abbandonato a se stesso, ma ancora produce quattro varietà di castagne.
Chi pensa alle castagne, in questo autunno dorato, pensa certamente alle Valli del Natisone, a Montenars, a Faedis, tutti luoghi in cui questo frutto un tempo così importante per la sopravvivenza è ancora un discreto protagonista, sia pure solo di feste e sagre. Ben difficilmente il suo pensiero andrà alle castagne di Peonis, piccola frazione di Trasaghis, situata di là da l’aghe ai piedi del monte Covria. Eppure si racconta che alla fine dell’Ottocento si potesse andare dalla valle del lago di Cavazzo fino a Verzegnis costantemente all’ombra di castagni da frutto (Castanea sativa). Così per questa nuova puntata di biodiversità perduta ho voluto andare a cercare che cosa è restato di queste piante e se ancora questo frutto vive là nella memoria collettiva. Facendo una ricerca su Internet con le parole chiave “Castagne” e “Peonis” si scopre l’esistenza della Festa della Madonna della Salute, organizzata dal gruppo di volontariato locale “Chei di Peonis”.
Un giardino da mangiare (con Giusi Foschia)
Ventun marzo, inizio della primavera, “dies violae” per i latini: quale occasione migliore per inaugurare un vivaio in una bella giornata di sole? L’erba verde luccica nella valletta riparata del torrente Zimòr, a Zomeais di Tarcento, dove ha sede l’azienda agricola molto speciale di Giusi Foschia. Si chiama “Il giardino commestibile”, e oggi riapre i suoi battenti dopo la pausa invernale. Sull’ingresso vasi di viole, di margherite e di calendule, all’interno centinaia di vasetti con tutti i possibili varietà di mente, di salvie, di erbe aromatiche e medicinali, locali o esotiche. Giusi ne coltiva infatti ben 240 specie diverse! Leggi tutto “Un giardino da mangiare (con Giusi Foschia)”
Tutela delle razze animali locali in via di estinzione
Riporto qui un interessante articolo del 13 novembre 2010 riguardante la tutela delle razze animali locali in via di estinzione, come aggiornamento al mio articolo “Terminati!” apparso su “Il Nuovo” nel 2006.
VIOLINO, BIODIVERSITA’ CONTRO L’OMOLOGAZIONE
“Il mantenimento nell’agricoltura di tutte le diversità biologiche possibili è strettamente correlato al perseguimento degli stessi obiettivi per quanto concerne la cultura e l’identità: in tal senso la globalizzazione non rappresenta una minaccia d’omologazione, bensì un’opportunità per farsi riconoscere”.
Leggi tutto “Tutela delle razze animali locali in via di estinzione”
Terminati! Animali friulani perduti per sempre
Per ottusità e in nome del facile guadagno, nel corso degli ultimi centocinquant’anni molti animali autoctoni sono stati abbandonati al loro destino e si sono estinti.
©Antonietta Spizzo 2006 per “IL NUOVO”.
La ricerca di nicchie di biodiversità animale in Friuli mi ha portato ripetutamente a imbattermi nelle tracce dei numerosi animali estintisi nel corso dell’ultimo secolo.
In tutti i settori della zootecnia ci troviamo di fronte alla stessa realtà: le vecchie razze sono ormai quasi completamente scomparse oppure ne sono rimasti pochissimi esemplari. La causa è semplice: l’allevamento è ormai in gran parte scollegato dall’ambiente in cui si svolge, e le razze locali, rustiche, che si erano adattate ad ambienti con foraggi poveri, avevano anche basse produzioni e non hanno più interesse per gli allevatori odierni. Le razze moderne, grazie anche alla fecondazione artificiale che permette di superare le distanze con il trasporto del seme, sono letteralmente internazionali, anzi “globalizzate”. Leggi tutto “Terminati! Animali friulani perduti per sempre”
Le pecore alpagotte a Polcenigo
Da generazioni la famiglia Celant di Polcenigo alleva le pecore alpagotte, una razza antica e robusta, adatta all’alpeggio, e ora considerata meritevole di tutela.
© Antonietta Spizzo per “IL NUOVO”, 2006.
Per questa nuova puntata andiamo ai confini occidentali del Friuli, e precisamente a Coltura di Polcenigo, ai piedi del poderoso muraglione del Cansiglio che si erge quasi di colpo dalla pianura. E’ qui, in una delle ultime case del paese, già sul pendio, che si trova l’azienda agricola di Michele Celant, agricoltore, allevatore e “custode” della razza delle pecore alpagotte. Lo incontriamo nell’aia, intento ad armeggiare su un trattore, con due cucciolotti scatenati che giocano ai suoi piedi.
Michele, classe ’62, ha un modo di fare aperto e franco e un sorriso simpatico che ti fa passare in un attimo dal lei al tu. Bè, faccele vedere queste alpagotte che siamo curiosi! Leggi tutto “Le pecore alpagotte a Polcenigo”
Emilio Bulfon di Valeriano, l’archeovignaiolo
Nuove speranze per vecchi vitigni
Emilio Bulfon a Valeriano ha fatto della ricerca e del recupero dei vecchi vitigni il suo ideale di vita, e dimostra che coltivare queste varietà può essere non solo una passione ma anche fonte di reddito e di grandi soddisfazioni.
Aramon, Bravbana, Cjanorie, Codelungje, Coneute, Cipro, Forgiarin, Fumàt, Givàn, Glere, Curvìn lustri, Negràt, Piculìt Neri, Pignûl, Ribolla Spizade. E ancora: Sciaglìn, Uarnasse, Ucelùt, Verdisòt…sono solo alcuni delle decine e decine di vitigni friulani che con i loro nomi strani e suggestivi compaiono sul Vocabolario Pirona alla voce “Ùe”. Leggi tutto “Emilio Bulfon di Valeriano, l’archeovignaiolo”
Un mais bianco perla – con Gianpaolo Chendi a Terzo d’Aquileia
A colloquio con Gianpaolo Chendi, che nella sua azienda agricola a Terzo di Aquileia coltiva l’antico mais Biancoperla friulano e conserva e riproduce sementi di altre varietà quasi scomparse.
©Antonietta Spizzo 2006 per “IL NUOVO”.
Blave, sortùrc, granoturco, mais: che cos’era e che cos’è oggi? Una pianta che per secoli ha rappresentato in Friuli la sopravvivenza, oggi serve solo per produrre mangime per animali e si comincia a parlare di usarla come combustibile. Ci siamo bene o male assuefatti, come se non avessero più alcun rapporto diretto con noi, alle grandi distese di monocoltura a mais che hanno rovinato il paesaggio della pianura friulana, e nessuno conosce più i nomi delle antiche varietà soppiantate dalle sementi ibride dai nomi strani, monopolio delle grandi multinazionali.
E’ per questo che facciamo visita a Gianpaolo Chendi, a Terzo d’Aquileia, uno dei “custodi dei semi” friulani che da una decina di anni si dedica con passione alla conservazione e alla coltivazione di alcune antiche varietà di cereali. Leggi tutto “Un mais bianco perla – con Gianpaolo Chendi a Terzo d’Aquileia”
L’antica villa incastellata: Rocca Bernarda
Un luogo bellissimo in comune di Premariacco!
Questa villa cinquecentesca (1567), dall’aspetto turrito e fortificato, spicca con il suo colore rosso sbiadito sulla sommità della collina che digrada a balze. Ai quattro angoli torri circolari che non hanno funzioni difensive, ma solo ornamentali. Statue leggiadre fanno capolino tra gli alberi secolari: due grandi cipressi, della ragguardevole età di 420 anni, stanno a guardia dell’ingresso della dimora. La loro circonferenza è di 5 m e sono considerati monumenti naturali. Guardando verso nord, altri cipressi più esili e flessuosi coronano la cima di collinette a tortiglione, e paiono pennelli pronti per ridipingere il mondo.
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Il periplo di Premariacco!
Giretto di Premariacco in tempo di “zona arancione”: senza mai uscire dai confini del nostro comune abbiamo percorso quasi 50 km toccando zone di interesse naturalistico (la campagna tra Moimacco e Orzano, le sponde del Malina, le colline di Buttrio) e paesaggistico-artistico come la Rocca Bernarda, per poi chiudere il giro passando il Natisone sulla passerella di Firmano e i due borghi storici di Premariacco city (borgo Sacco e Borgo Viola).

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“Andamento lento” rivisitato in tempo di pandemia
Dicembre 2020: dopo l’esperienza del lockdown totale della scorsa primavera e della “zona arancione” appena trascorsa, in cui non era possibile spostarsi dal proprio comune, pensiamo possa essere interessante rileggere in modo critico quello che avevamo scritto nel 2005 come introduzione al volume “Andamento lento”, itinerari friulani da fare a cavallo, a piedi oppure in bicicletta. Leggi tutto ““Andamento lento” rivisitato in tempo di pandemia”
I campi dietro casa
Ripropongo un vecchio articolo tratto da “Andamento lento”, mi sembra utile di questi tempi…
Abbiamo sempre avuto, fin da piccoli, una grande passione per i cavalli, ma abitando in città non era certo facile realizzare il desiderio di avere un cavallo tutto nostro. Ma quando, nel 1991, ci siamo finalmente trasferiti in campagna, a Premariacco, in una grande casa contadina con tanto di stalla, allora sì che ci siamo portati a casa un bel cavallo, anzi due. E così finalmente i cavalli sono vicino a noi, e la mattina possiamo vederli dalla finestra della nostra camera. Sono là che ci aspettano e ci chiamano con quel loro “frrr…” tutto speciale che non ha nome in nessuna delle lingue che conosciamo. Leggi tutto “I campi dietro casa”
L’abbazia e la rocca
Sempre dal lontano 2003 giunge questo itinerario tutto nel comune di Premariacco, che non ho voluto minimamente toccare nel suo stile di “racconto-diario”. Forse oggi lo scriverei diversamente.
Partenza: da Orsaria, frazione di Premariacco.
Caratteristiche: percorso ad anello di km 17 privo di qualunque difficoltà. Se il guado sotto Casali Selva non fosse praticabile, è consigliabile usare il ponte di Orsaria. Cartografia: carta Tabacco al 25.000 “Valli del Natisone”
Mercoledì 1 gennaio 2003, tempo splendido
Chi va a cavallo a Capodanno, va a cavallo tutto l’anno. Convinti dell’efficacia di questo gesto propiziatorio, come ogni anno – dopo aver festeggiato la mezzanotte nella scuderia in compagnia dei nostri amati quattrozampe, terrorizzati dai botti che tanto piacciono agli umani – siamo in sella la mattina del primo gennaio e partiamo da casa nell’assoluto silenzio, alle 11 di una radiosa mattina invernale. Raggiungiamo quindi la piazza di Orsaria, da cui parte il nostro itinerario.
I lavadôrs di Buja
Riporto qui sotto un articolo pubblicato sul Nuovo nel lontano 2003, ripromettendomi di andare quanto prima a rifare questo itinerario…
Partenza: da Buja, borgo di San Floreano. Itinerario ad anello. Mezzo consigliato: in bicicletta Difficoltà: nessuna. Dislivello da superare: minimo.
Cartografia: carta Tabacco n. 020 al 25.000 “Prealpi del Gemonese”
La mia amica Gabriella di Buja mi propone un giro in bicicletta alla scoperta degli antichi lavatoi di Buja, testimonianza di un tempo non lontano in cui non esistevano le lavatrici e lavare e risciacquare i panni al fiume era un momento importante della vita sociale femminile.
Gita in collina – Landpartie da “Aus der Enge”
Partenza in una radiosa giornata di sole decembrino per effettuare un’escursione circolare intorno a Moruzzo seguendo l’itinerario n.17 (“Landpartie”) dalla nuova guida di Unikum “Aus der Enge”.
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Prima tappa la torbiera di Borgo Pegoraro. Seguendo poi attentamente le indicazioni della guida si arriva a Villalta con un labirintico percorso nei campi. Attraversato il centro di Villalta ci aspetta una splendida bressana (versione rettangolare del roccolo) su una collinetta. Scendiamo poi verso Est passando per Poggio Stringher e il torrente Lavia. Si raggiunge S.Margherita del Gruagno, il castello di Brazzacco e passando per Modotto si torna al punto di partenza. Giro stupendo, vivamente consigliato! Non disponendo della guida in tedesco si può seguire indicativamente l’itinerario tabellato “Stringher-Tacoli”che ha un percorso molto simile.
15,5 km, circa 4 ore a piedi.