Un mont ch’al sbrissa via, a colloquio con Ulderica Da Pozzo

In copertina Ilario Gortani nella vecchia casera di malga Melèdis bassa (Paularo), 2002

Ripropongo questo mio vecchi articolo in occasione dell’uscita del documentario su Ulderica da Pozzo “Frute di mont” per la regia di Stefano Giacomuzzi (2023).

©Antonietta Spizzo 2005 per “IL NUOVO” – Tutte le foto sono state concesse dall’autrice per questo sito.

Incontro con Ulderica Da Pozzo: 25 anni di fotografie, dai primi scatti con la Rolleiflex dello zio all’ultimo libro, “Malghe e malgari”.

Riesco a rosicchiare un po’ di tempo a Ulderica Da Pozzo, indaffaratissima per l’uscita del suo nuovo libro.

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Tele di Vinai no si sbreghe mai

©Antonietta Spizzo per “IL NUOVO” 2004 – Le foto sono state gentilmente concesse da Ulderica Da Pozzo

Donata con le sue mucche a Val di Lauco nel 2003

Per la mia serie sulla montagna che resiste voglio visitare oggi due frazioni del comune di Lauco, Vinaio e Val, poste rispettivamente a 807 e 1200 metri di quota sulle pendici meridionali del monte Arvenis. Lasciata Villa Santina con le sue caratteristiche di vera cittadina ormai assediata dal traffico, imbocco la strada che sale a tornanti verso Lauco non senza aver prima alzato gli occhi verso lo sperone montuoso proprio a ridosso delle case su cui si inerpicava “la strade dal Cret”, la mulattiera che una volta era l’unico collegamento tra l’altopiano e il fondovalle. Dopo Lauco c’è Vinaio. La Via Crucis che viene rappresentata il Venerdì Santo alla luce delle fiaccole ha riportato questo paese sulle pagine dei giornali. Passando vedo un bar aperto e un negozio piccolo ma fornitissimo di alimentari-ferramenta-generi vari nel miglior stile di una volta. Buon segno per un paese di 40 anime. Ancora 4 km di strada stretta e tortuosa e sono arrivata a Val di Lauco, 17 abitanti, 4 aziende agricole, 100 mucche. Leggi tutto “Tele di Vinai no si sbreghe mai”

Las vacjas rainas: con Ilo Casali in Val Pesarina

Ilo Casali di Pieria, in val Pesarina, alleva ancora le mucche di una vecchia razza dal muso macchiettato di bianco e marrone, robuste e adatte all’alpeggio.

E’ appena sceso dall’alpeggio con i suoi animali Ilo Casali di Pieria, in val Pesarina. Sono trent’anni consecutivi che ogni estate carica malga Ielma, salendo ai primi di giugno per tornare a valle alla fine di novembre. Leggi tutto “Las vacjas rainas: con Ilo Casali in Val Pesarina”

Il bio-tesoro di Cabia

In compagnia di Tullio Fior andiamo alla scoperta delle centinaia di varietà di alberi da frutto che hanno reso famosa la frazione di Arta e che ancora sopravvivono e vengono conservate con sapienti innesti.

In questo viaggio alla ricerca della biodiversità una tappa obbligata è Cabia, frazione di Arta, un paese soleggiato “sito in posizione bellissima sopra un verde terrazzo a cavaliere delle valli della Bût e del Chiarsò, celebrato per le ciliegie e l’acquavite di prugne” come scriveva Giovanni Marinelli nel 1912. Qui, a un’altitudine media di 800 metri, dove il sole batte dalla mattina alla sera, vivono e prosperano ancora centinaia di alberi da frutto, molti di antiche varietà, a formare una vera e propria foreste di pomârs, come ci racconta Tullio Fior, guardia forestale regionale e autentico appassionato di alberi da frutto. Leggi tutto “Il bio-tesoro di Cabia”

Peri e meli di Carnia

Due appassionati frutticoltori carnici, Duilio Cacitti di Caneva e Pietro Felice di Agrons, sono i custodi di decine di antiche varietà di peri e meli, tra cui anche il famoso pero Janis portato dalla Spagna nel 1500.

Questo viaggio alla ricerca della biodiversità inizia con un piccolo scoop pomologico di cui sono debitrice a Tullio Fior, guardia forestale e frutticoltore di Cabia. Grazie a lui sono riuscita infatti a rintracciare gli ultimi due esemplari di pero Janis esistenti in Carnia, e precisamente a Caneva, frazione di Tolmezzo, nel giardino-frutteto di Duilio Cacitti. Leggi tutto “Peri e meli di Carnia”

Elvia, custode della biodiversità a Forni di Sopra

A Chiandarens, piccola borgata di Forni di Sopra sulla strada per il passo della Mauria, c’è un pezzetto di paradiso. E’ qui che d’estate vive Elvia Schiaulini con il marito Eligio. Se, salendo al Rifugio Giaf, si passa a piedi non puoi non vederlo: si chiama Tarmau.

E’ un’armoniosa costruzione in muratura e in legno, e sulle travi scure della casa spiccano i gerani rossi e le petunie viola a profusione. Tutt’intorno uno splendido, curatissimo giardino, una gorgogliante fontana e poi, sul dolce pendio alle spalle della casa, un grande orto alpino con aiuole di lamponi e di mirtilli, zucchine e finocchi, radicchi e insalate, fagioli e addirittura mais di un’antica varietà autoctona. Leggi tutto “Elvia, custode della biodiversità a Forni di Sopra”

I fagioli di Pradumbli

Andiamo nel piccolo paese della val Pesarina per scoprire nomi e segreti dei famosi fagioli che erano un’importante fonte di reddito e che ancora vengono coltivati con passione.

Militòns, Lauròns, Cesarins, Setembrins, Fasàns, dal Ont, da Cinise, dal Voglùt, Asìns..: sono i fagioli della Carnia, uno sconfinato patrimonio di biodiversità, con tanti nomi quante sono forse le famiglie che li coltivavano. Per raccapezzarsi tra queste e centinaia di altre varietà autoctone di fagioli sono in viaggio verso Tolmezzo dove incontro il mio cicerone, Nereo Peresson, che è un vero esperto della materia. Nereo infatti fa parte dell’Ufficio zonale di Tolmezzo della Confederazione Italiana Agricoltori, che è il capofila del progetto Interreg IIIA “CONSER-VA” per la valorizzazione e la conservazione delle piante autoctone e spontanee della zona transfrontaliera. Mentre saliamo verso la val Pesarina vengo a conoscenza dei dettagli del progetto. Leggi tutto “I fagioli di Pradumbli”

Aus der Enge – la nuova guida di Unikum

E’ appena uscito “Aus der Enge – Wandern und Einkehren im Nordwesten Friauls”, il nuovo volume della collana “Wander-Reise-Lesebücher” a firma Unikum, il centro culturale dell’Università di Klagenfurt. Vengono presentati con il ben noto stile degli autori  27 itinerari che si svolgono per metà in Carnia e per metà nelle valli del Pordenonese, con un paio di incursioni nella zona collinare del Friuli (elenco completo qui sotto).

Un’immagine di forte impatto, l’acqua turchese di un torrente che scorre in una stretta forra, occupa tutta la copertina. Il titolo, quasi intraducibile nella sua molteplicità di significati e inscindibilmente abbinato all’immagine di copertina, merita una spiegazione: letteralmente significa “uscire fuori da qualcosa di stretto” ed è sottinteso che si andrà a dispiegare le proprie vele verso qualcosa di aperto, che potrebbe essere lo sbocco del torrente di montagna nella pianura, l’uscita da una valle stretta verso spazi più vasti, ma anche l’abbandono di visioni limitate, pregiudizi e ideologie che costituiscono strettoie mentali da cui ci si può liberare con lo studio, la conoscenza e il viaggio. Questo e molto altro nelle 500 pagine di itinerari inediti, saggi storici e ambientali e informazioni a tutto tondo dedicati interamente al Friuli Nord-Occidentale!

Chi desiderasse ordinarlo può fare riferimento a questa pagina del sito di Unikum, cliccando su “Bestellen”.

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Puestine di mont: Elena Tavella

“Che male c’è se un postino di montagna dà un passaggio a una vecchietta che stenta a fare la strada di casa in un giorno afoso d’estate? E’ inutile andare a messa la domenica, mi pare, e poi lasciare che gli anziani tirino le cuoia su pa la rive!” Comincia così la mia intervista a Elena Tavella, puestine di mont, che con la grinta che la contraddistingue entra subito nel vivo dei problemi senza tanti preamboli.

Elena è diventata postina quasi per caso, per poi scoprire che è davvero il lavoro che fa per lei. Purtroppo attualmente è disoccupata perchè, pur avendo accumulato molto punteggio con il lavoro precario trimestrale, questo non le serve a nulla perché le graduatorie sono chiuse e le nuove regole per l’assunzione degli avventizi varate nel 2009 prevedono una sola chiamata all’anno. Ma procediamo con ordine. Leggi tutto “Puestine di mont: Elena Tavella”