PARTE 2:  Tappe asburgiche

 

Il nostro itinerario in Austria e Ungheria

400 km in Austria

Ultima città tedesca è Passau, situata alla confluenza di tre fiumi su una sottile lingua di terra che come la prua di una nave fende l’acqua che la circonda: a sud quella verde chiaro dell’Inn e a nord quella marrone del Danubio e dell’Ilz, che non si mescolano subito.

Passau alla confluenza dei tre fiumi

In Austria ci attendono 400 km di ciclovia. Il tratto iniziale è uno dei più famosi, in quanto percorre la doppia ansa del Danubio chiamata Schlögener Schlinge, dove i ciclisti possono traghettare più volte con piccoli traghetti solo per loro. La valle si restringe, i fianchi delle montagne sembrano avvicinarsi, è come se il Danubio volesse tornare indietro girando a 180 gradi, ma non trovando un passaggio attraverso la roccia è costretta a fare un ulteriore giro tornando nella vecchia direzione. L’acqua riflette il cielo azzurro e le montagne boscose.

Un piccolo traghetto solo per ciclisti attraversa la Schlögener Schlinge

Poi fino a Linz un lungo tratto di campagna piuttosto insignificante, seguito da una tappa fin troppo ricca di luoghi unici da visitare: l’abbazia benedettina di Melk, alta su un rilievo roccioso, bianca e arancione come un gelato alla panna e all’albicocca, i paesi e le ripide colline coltivate a vigneto della Wachau, la chiesa azzurra di Dürnstein, cittadina ahimè stra-affollata di turisti, e ancora Krems, e Tulln con il museo dedicato a Egon Schiele.

Davanti all’abbazia di Melk

Vienna balneare

Sabato 26 giugno nella calura Vienna ci mostra il suo inaspettato lato balneare, con ragazzi che si tuffano dai ponti, abbigliamenti succinti, ombrelloni, giochi da spiaggia, una frequentazione allegra e disordinata della riva del fiume, e tantissime famiglie assembrate in gruppi numerosi intenti a preparare grigliate considerevoli.

Tuffarsi dal ponte e nuotare nel Danubio!

Ma noi andiamo oltre e arriviamo la sera fino a Hainburg, ultima città austriaca prima del confine slovacco. Anche in Austria abbiamo sempre pernottato in campeggi con l’unica eccezione di una piccola pensione di Stein (frazione di Krems) che racchiude al suo interno una specie di chiostro seicentesco dove la padrona di casa con molta passione ha creato un vero giardino pensile.

Chiostro fiorito nella pensioncina di Stein

E per le gioie del palato dobbiamo citare le molte rustiche e simpatiche Mostschenken (qualcosa di simile alle frasche friulane) dove ci si può ben rimpinzare di rustici cibi, nel nostro caso arrosto di maiale freddo, accompagnati da birra o, appunto, “Most” cioè sidro.

Slovacchia e Ungheria

Da Hainburg ci sono solo 20 km per arrivare in Slovacchia, e precisamente alla capitale, Bratislava, che ci accoglie con il famoso ponte sormontato dal „disco volante“ in cima a un pilone (un ristorante, per la cronaca, dal simpatico nome di UFO).

E’ domenica, fa caldissimo, la ciclabile è affollata da un gran numero di sportivi e sportive in bici da corsa. La pista è sull’argine fino a Rajka, che è già Ungheria. Qui le cose cambiano radicalmente: quando va bene si pedala su pista ai lati delle strade principali, ma anche direttamente sulla strada E11 con molto traffico pesante.

Un bel gelato come premio a Gyor

Prima di Budapest si passano due città interessanti come la barocca Györ e Esztergom con la sua enorme cattedrale.
Fa caldissimo, e pedalare così è faticoso e stressante.

Tramonto a Esztergom

A Budapest le auto sono bellamente parcheggiate sulle corsie riservate alle bici. Quando ci arriviamo ci sono 37 gradi, abbiamo ingurgitato litri di acqua e ci è passata la voglia di fare i turisti: ci rifugiamo in un campeggio, ci concediamo un comodo bungalow e rinunciamo alla visita della città.

Un enorme albero dona ombra nel campeggio di Budapest

Oltre Budapest

Una volta usciti dall’intrico della città, si procede per decine di chilometri in una zona tranquilla di casette per il weekend. Per più di 200 km, fino al confine croato, il percorso è quasi tutto sull’argine. All’inizio la pista è erbosa e poco attraente, così proviamo a seguire la strada E51 che però si rivela stretta e infestata da enormi camion. Così dopo un andirivieni torniamo sull’argine sterrato, che ci libera dal fastidio del traffico ma dove il procedere è ovviamente più lento. In mancanza di alternative migliori verso sera ci accampiamo sull’argine, non lontano dal ponte di Dunavecse, tanto abbiamo con noi tutto quello che ci serve. Nella notte un breve temporale con turbine di vento, ma la tenda regge.

Il nostro accampamento sull’argine
Abluzioni al campo

Il grande caldo ci ha fatto passare la voglia di cucinare e così quasi sempre la sera andiamo in una pizzeria o in un ristorante. A Baja ci concediamo anche una cena di pesce: carpa fritta e stufato di pesce gatto, quest’ultimo non è gran che.

Perplessità in attesa del pesce gatto: avrò fatto la scelta giusta?

A Mohacs il Danubio è larghissimo, color grigio argento. Non c’è un ponte, ma solo un traghetto ogni mezz’ora. Siamo in attesa insieme a molte persone del luogo che usano la bici come normale mezzo di trasporto, ormai di bici elettriche non se ne vedono più.

Attesa del traghetto a Mohacs

Continuiamo fino al confine croato quasi esclusivamente su un argine, in parte sterrato e abbastanza monotono, ansiosi di passare in Croazia, dove la lingua è più familiare e meno enigmatica dell’ungherese. 

Appena passato un confine si tira sempre un sospiro di sollievo

Il percorso Euro Velo 6 in Austria: La parte austriaca della ciclovia E6 (400 km da Passau a Hainburg) è la più famosa e frequentata, grazie al dislivello pressoché nullo, alla sua sicurezza e facilità, alla bellezza dei luoghi attraversati e all’interesse storico e culturale degli stessi. Anche qui centinaia, migliaia di ciclisti su tutta la pista, anzi le piste, perché si può stare indifferentemente sulla riva nord e su quella sud, e moltissime bici elettriche, come in Germania.

Il percorso Euro Velo 6 in Slovacchia e Ungheria:

In Slovacchia vi è una pista ciclabile su entrambe le rive del Danubio: se si sceglie la riva nord si prosegue in territorio slovacco fino a Ezstergom, dove un ponte porta in Ungheria; se si sceglie la riva sud dopo circa 40 km si arriva in Ungheria, a Rajka. Si tratta di piste sull’argine, piuttosto frequentate, in parte anche asfaltate. Qui le bici elettriche sono sparite.
In Ungheria da Rajka a Mohacs ci sono circa 400 km: il percorso è abbastanza ben segnalato con cartelli ad hoc, ma purtroppo fino a Budapest ci sono lunghi tratti in cui si condivide la strada con auto e camion. Oltre Budapest le cose migliorano perché si sta quasi sempre sull’argine, talora a fondo erboso, talora ghiaioso e talora anche asfaltato.