Parte 2: Pedalando fino in Norvegia

3700 km in bici dal Friuli alla Norvegia/2

Da Bayreuth alla Danimarca

Da Bayreuth al confine danese

Pedalando lungo la Saale

Per andare verso Nord-Ovest abbiamo scelto di percorrere la ciclovia del fiume Saale (Saaleradweg), un affluente dell’Elba che nasce proprio a nord di Bayreuth dai Fichtelgebirge. Questo ci permetterà di attraversare la Turingia e la Sassonia con un itinerario facile da seguire anche se impegnativo da pedalare per i notevoli dislivelli di questa zona montagnosa.

Così si presenta il fiume Saale nella prima parte del suo corso. Non lontano da qui c’è uno degli spartiacque europei, perché la Saale è un affluente dell’Elba, quindi le sue acque andranno nel mare del Nord, mentre la Naab è un affluente del Danubio che sfocia nel Mar Nero.

Il Saaleradweg è considerato uno dei percorsi più difficili della Germania e ci accorgiamo subito che non sono parole a vanvera: se fino a Hof in Oberfranken tutto va ancora bene, appena si entra in Turingia a Hirschberg ci aspettano delle rampe micidiali, cui dovremo abituarci.

Ancora strade forestali di ghiaino compatto e liscio tra boschi di abete e pale eoliche verso Münchberg

Alla sera ci fermiamo al Camping am Trepplesfelsen di Harra, un campeggio a terrazze digradanti verso il fiume.

Il campeggio di Harra sulla Saale

29 giugno: Nell’ultima ripida salita del giorno precedente a Pottiga alla mia bici si è bloccato il cambio, per fortuna la strada fino a Harra era tutta in discesa! Dobbiamo quindi fare un giorno di sosta per cercare un meccanico. Viene in nostro aiuto il gestore del campeggio che contatta un meccanico di fiducia a Bad Lobenstein, a 10 km di distanza, e gentilmente carica sul suo pick-up la bici e la sottoscritta. Per fortuna il guasto è di piccola entità e viene prontamente risolto, così posso tornare al campeggio in sella.

Fra le tante cose simpatiche del campeggio di Harra, questa scritta alla reception mi è piaciuta particolarmente:”Qui non c’è il Wi-Fi, fate finta che sia il 1992 e chiacchierate assieme!”

Ringrazio vivamente il sig. Toralf Grüner e Uwe Kahmann titolare del negozio Slickrock, veloce, affidabile e onestissimo. Nel simpatico campeggio c’è anche un bel ristorantino in cui festeggiamo lo scampato pericolo meccanico.

Pedalando lungo la Saale finalmente siamo arrivati in Turingia, un Land poco conosciuto dagli stessi tedeschi, dove ancora si respira un po’ di “Ostalgie”

Lasciata Harra ci aspettano lunghi saliscendi su strade forestali lungo il bizzoso corso della Saale.

Sosta sulla diga del lago artificiale di Bleiloch, anche qui la scarsità di precipitazioni si è fatta sentire

La fatica viene ripagata dal variare del paesaggio, dall’assoluta solitudine e da qualche possente castello che si riflette nelle acque dei due grandi bacini artificiali di Bleiloch e Hohenwarte, chiamati “il mare della Turingia”.

Il castello di Schleitz si specchia nell’acqua immobile del lago artificiale

Pernottamento a Jena, città cara agli studiosi di letteratura tedesca e oggi vivace città universitaria. La ciclovia della Saale accompagna fino in centro il viaggiatore, destreggiandosi tra viadotti, svincoli e rotonde sempre in perfetta sicurezza.

Accanto alla strada a scorrimento veloce vi è una pista ciclabile ben separata che con molte soluzioni ingegnose evita incroci e rotonde e porta velocemente in pieno centro a Jena: ideale per chi deve andare al lavoro e non ha voglia di perdere tempo con giri viziosi!

Per una volta dormiamo in albergo essendo l’unico campeggio molto lontano dalla città.

Passeggiata quasi notturna nel centro di Jena, affollato di giovani, tra vecchie case con la nostalgia della Germania Est e moderni edifici di vetro e acciaio
L’albergo di Jena “Zum schwarzen Bären” (o dell’orso nero, scelto tra tanti per simpatia verso l’animale) ha molti caratteri “vintage” che ricordano gli anni della Germania Est e piace di sicuro ai malati di “Ostalgie”

1 luglio:  Una mattina grigia si trasforma ben presto in una mattina di pioggia fitta e insistente. Non ci sono alternative, bisogna mettersi giacca e pantaloni impermeabili e continuare. E’ il primo giorno di pioggia da quando siamo partiti, finora c’era stato un solo breve temporale. Per fortuna le montagne della Turingia sono alle nostre spalle e il percorso odierno è tutto pianeggiante: siamo ormai entrati in Sassonia-Anhalt.

Ebbene sì, c’è da non crederci, ma siamo proprio in una zona vinicola DOC, la più settentrionale della Germania. Peccato che questo vino non siamo riusciti ad assaggiarlo!

Passiamo attraverso la regione vinicola della Saale-Unstrut (nome di un altro fiume) e facciamo una lunga sosta a Naumburg per visitare la cattedrale romanica, un imponente complesso di edifici raccolti intorno a un chiostro, senza una vera facciata, una piccola cittadella religiosa in cui ogni dettaglio è sorprendente.

Il chiostro intorno a cui gravita tutto il complesso architettonico del Naumburger Dom, patrimonio mondiale dell’Unesco
Delle tante statue che popolano il duomo queste sono le più famose: si tratta dei fondatori della chiesa, Ekkehard der Zweite e Uta von Ballensted, opera dello sconosciuto artista chiamato “maestro di Naumburg”. Ma più che dal blasone dell’Unesco la loro notorietà proviene dal fatto che Walt Disney si sarebbe ispirato a Uta per creare la cattivissima Crimilde del film “Biancaneve”…

Alla sera, visto il tempaccio, nuovamente albergo, a Merseburg.

All’alba una puntatina al millenario duomo di Merseburg (la prima pietra fu posta nel 1021!)
Plötzkau, un’altissima torre svetta da una fortezza medievale circolare che all’interno si trasforma in una residenza rinascimentale

Tornato il sole e il caldo, percorriamo l’ultimo tratto lungo la Saale, fino al suo sfociare nell’Elba: un centinaio di km non particolarmente interessanti in una zona prevalentemente agricola, con grandi campi di girasoli e di cereali. Piantiamo la tenda poi nel campeggio dei canoisti a Barby, proprio sul grande fiume che dal giorno successivo seguiremo fino a Amburgo.

Tramonto sull’Elba a Barby, non lontano dalla confluenza con la Saale: finito un Radweg fluviale se ne comincia subito un altro! Al campeggio ci sono anche due giovanotti polacchi che stanno scendendo l’Elba in canoa!

Galleria di immagini di Naumburg: cliccate sulla miniatura per vedere la foto ingrandita con la didascalia!

Le tappe del Saaleradweg:

  • 28/6 Marktschorgast -Stammbach – Hof – Harra km 90; 
  • 29/6: sosta a Harra; 
  • 30/6: Harra – Saaldorf – Saalburg – Ziegenrück – Kahla – Jena km 97;
  • 1/7: Jena – Naumburg – Merseburg km 100; 
  • 2/7 Merseburg – Plötzkau – Halle – Bernburg/Saale – Barby an der Elbe km 114

Pedalando lungo l’Elba

Pedalare lungo l’Elba da questo punto del suo corso significa prendere decisamente la direzione nord-ovest, accompagnata da un costante vento contrario.

I cartelli dedicati al traffico ciclistico portano adesso il logo dell’Elberadweg, una “e” minuscola che è la lettera finale di “Labe”, nome ceco del fiume che proprio in Repubblica Ceca nasce, e quella iniziale di Elbe, nome tedesco.

Vi è una ciclovia su entrambe le sponde, di solito asfaltata, ben segnalata e non molto affollata. L’acqua è azzurra e placida, il livello è basso per la grande siccità. Subito fuori Magdeburg vi è una brughiera arida dove pascolano le pecore e sembra di essere in Sardegna.

Riserva della Biosfera sull’Elba: poco fuori dalla città si estende una vasta landa arida, magro pascolo di greggi di pecore apparentemente senza pastori a sorvegliarle

La nostra meta odierna è la cittadina di Tangermünde, dove troviamo alloggio in un alberghetto economico e ci concediamo un’ottima pizza.

Lo svettante Duomo di Tangermünde

Siamo entrati nella Riserva della Biosfera “Mittlere Elbe”: prati aridi con greggi di pecore al pascolo, zone umide e boschi golenali si alternano a grandi campi di cereali non ancora mietuti.

Le cicogne sono gli ospiti abituali della riserva fluviale dell’Elba, tanto che alcune località si fregiano del titolo “paese delle cicogne”…
…ma anche il nibbio si vede spesso volare sopra le nostre teste con la sua inconfondibile coda a falce…

Le nuvole vagano in un cielo che sembra immenso. Passiamo alcune cittadine storiche caratterizzate da grandi edifici in mattoni (Backsteinarchitektur) che ricordano la prosperità raggiunta già nel Medioevo con il commercio sul fiume.

Su questo lungo ponte sull’Elba a Wittenberge passano la strada, la ferrovia e la ciclabile con una ingegnosa soluzione sospesa, come si può intravvedere: segno che quando si vuole davvero creare una pista ciclabile, gli ostacoli si possono superare! Invece i nostri ponti, stretti e pericolosi per i ciclisti…beh, lasciamo perdere!

A Wittenberge passiamo sulla sponda destra nel Land di Brandeburgo e alla sera ci fermiamo in un campeggio sul lago di Rudow, dove facciamo anche un bel bagno rinfrescante perché anche qui fa sempre caldissimo. La signora che gestisce il campeggio ha un piglio militaresco e ci vorrebbe sgridare perché non abbiamo prenotato, ma quando scopre che arriviamo in bici dall’Italia si addolcisce notevolmente.

Tramonto sul Rudower See
Lungo la ciclabile in questa zona ci sino moltissimi simpatici murales a tema, in cui ci riconosciamo totalmente!

Il 5 luglio pedaliamo ancora sulla magnifica ciclovia dell Elba, con meta il campeggio “Elbeling” di Radegast. E’ una giornata abbastanza simile a quella precedente, quello che colpisce è il basso livello dell’acqua dell’Elba. Dopo pochi km lasciamo il Land di Brandeburgo per entrare in quello di Mecklemburg-Vorpommern, chiamato affettuosamente Meck-Pomm dai tedeschi.

L’Elba faceva da confine tra Germania Est e Germania Ovest e ci sono numerose lapidi commemorative, vecchie torrette di controllo e tabelloni illustrativi.

Una lapide che ricorda tutti coloro che morirono nel tentativo di attraversare l’Elba per fuggire nella Germania Ovest
Una delle torrette di controllo sull’argine dell’Elba, a memoria di quello che era stato il terribile confine “interno” (deutsch-deutsche Grenze) tra le due Germanie

Era durissima la vita per chi abitava nei paesi vicino all’argine, con mille restrizioni, il coprifuoco notturno e la vista costante dei reticolati di filo spinato. A Amt Neuhaus passiamo con un traghetto sulla sponda sinistra, lasciando quindi Meck-Pomm e approdando nel Land di Niedersachsen.

Il traghetto di Amt Neuhaus ancora ce la fa a passare, nonostante il basso livello dell’acqua, mentre altri traghetti si sono già fermati
“Se potremo raggiungere la meta del nostro viaggio non dipenderà dalla velocità ma dalla giusta direzione” -pillole di saggezza dispensate dai murales lungo l’Elberadweg, e non inappropriate…

Ad Amburgo mancano poche ore di bici, ormai! Al mattino passiamo per Lauenburg, la città più meridionale dello Schleswig-Holstein.

Lauenburg ti accoglie così con le sue case a graticcio…

…di cui qui si vede un dettaglio un po’ sghembo ma solido

Città di marinai e capitani, il suo centro storico ben conservato con le case a graticcio (Fachwerkhäuser), i numerosi atelier d’artisti e le sculture moderne disseminate un po’ ovunque sono una vera sorpresa.

Con tutta questa segnaletica è impossibile sbagliare direzione, basta sapere che HH è la sigla della mitica Hansestadt Hamburg…ma in Germania lo sanno anche i bambini!

Ma naturalmente noi siamo attratti magneticamente da Amburgo, dove arriviamo direttamente in centro nel primo pomeriggio. Noi siamo al sicuro sulla pista ciclabile, ma ovunque c’è un traffico di auto e camion frenetico e rombante cui non siamo più abituati.

Dopo una mattinata piovosa il cielo si rasserena e la metropoli ci si presenta così…
…e così!

Abbiamo scelto di pernottare al Motel One, un albergo modernissimo, affollato da un pubblico giovane, ragionevole nel prezzo ma minimale nelle dimensioni delle camere e dei servizi offerti.

Lasciati i fedeli asini d’acciaio (come dicono i tedeschi) al sicuro in una rimessa dell’albergo, andiamo a spasso per Amburgo fino a tarda sera e anche per tutto il giorno successivo, macinando molti km…a piedi!

Come a Berlino con la Gedächtniskirche, anche qui si è scelto di non ricostruire una chiesa sventrata dalle bombe perché resti a monito contro la guerra…

Il cielo è grigio ma la grande città non perde il suo fascino, vecchio e nuovo si rispecchiano in un continuo gioco di incontri… ma anche i writers aiutano a colorare il grigio di muri e palazzi. Ci inoltriamo nella “Speicherstadt”. E’ la vecchia zona dei magazzini commerciali a uso dei mercanti dell’Hansa: lunghissimi caseggiati in mattoni rossi, ognuno con un proprio attracco, danno su ampi canali dove navigavano le imbarcazioni cariche di merce. 

Amburgo Elbephilarmonie

Poi cominciano a spuntare delle vere stranezze che occupano la linea dell’orizzonte… come l’edificio dell’Elbephilarmonie, che capricciosamente mostra un aspetto diverso a seconda della prospettiva da cui lo si guarda… si ispira forse alle onde del mare? E di che materiale sarà mai fatta la facciata?

Galleria di immagini di Amburgo: cliccate sulla miniatura per vedere la foto ingrandita con la didascalia!

Le tappe dell Elberadweg

  • 3/7: Barby an der Elbe – Magdeburg – Tangermünde km 106; 
  • 4/7: Tangermünde – Wittenberge – Leuengarten – Rudower See km 95; 
  • 5/7: Rudower See – Dömitz – Amt Neuhaus – Bleckede – Radegast km 84;
  • 6/7: Radegast – Lauenburg – Geesthacht – Hamburg centro km 78

Pascoli e boschi dello Schleswig-Holstein

Un ultimo saluto all’Elba ormai vicina a sfociare nel mare del Nord, prima di abbandonarla definitivamente a Wedel…

Lasciato il centro città, pedaliamo ancora lungo l’Elba fino a Wedel per poi inoltrarci nel cuore dello Schleswig-Holstein, terra di pascoli, di mucche ma soprattutto di famosi cavalli, che infatti si vedono ovunque con nostro grande piacere.

Da noi nessuno si sognerebbe di dedicare una statua a un puledro…ma qui nello Schleswig, con nostra grande soddisfazione, ne abbiamo viste diverse (certo non è solo amore per gli animali, ma anche una questione di “business”)
Se poi i cavalli sono due, e guidati da una donna, la soddisfazione è massima e non si può rinunciare a una foto

E per la prima volta vediamo dei grandi campi violetti, ma non è lavanda: sono i fiori della facelia (Phacelia tanacetifolia), una pianta foraggera graditissima alle api. Pernottamento al campeggio “Forellensee”: il fresco venticello serale dissuade dalle velleità balneari e fa propendere per l’acquisto di una bottiglia di vino.

I boschi che si alternano a grandi estensioni di campi, ora gialli di segale e grano, ora viola…

Fino a Flensburg, bellissima cittadina sul mar Baltico, pedaliamo sull’Ochsenweg, l’antica via commerciale tra Danimarca e Germania del Nord, che ha come simbolo due corna di bue incrociate (di legno di rovere con la punta di rame).

Passaggio sul molo di Flensburg, ultima città tedesca prima del confine danese

Un tempo lungo questo tracciato venivano portati i buoi (“Ochsen”) dalla Danimarca per essere venduti nella Germania del Nord. Il percorso è leggermente collinoso e abbastanza interessante.

Il cielo sul percorso di confine

Volendo potremmo continuare qui su dritti fino alla punta nord della Danimarca, ma noi abbiamo voglia di seguire la costa ovest sul mare del Nord, così prendiamo l’itinerario chiamato “Grenzroute”, che in verità è abbastanza noioso e passa zone di confine piuttosto desolate. Il paesaggio è quello tipico di praterie e brughiera, dove l’acqua è sempre presente sotto forma di laghi e fiumi. E poi a Højer finalmente il mare!

Le tappe su Ochsenweg e Grenzroute: 

  • 8/7:  Amburgo – Wedel – Barmstedt – Neumünster km 104; 
  • 9/7: Neumünster – Nortorf – Bokel – Rendsburg – Schleswig – Sieverstedt km 99; 
  • 10/7: Sieverstedt – Flensburg – Rendsburg – Tønder – Højer km 87
Ed ecco il simbolo dell’Ochsenweg, due grandi corni incrociati in legno, con la punta in rame