Eine Handvoll Kaukasus Erde

Für Riccardo Ruttar, den Chefredakteur der Zeitschrift der slowenischen Minderheit “DOM”, stehen seit 30 Jahren die Natisonetäler im Mittelpunkt seiner Studien und Arbeit. In diesem Gespräch erinnert er sich an die Geschichte seiner Familie und analysiert die gegenwärtige Situation.

Jede Woche lese ich mit besonderem Interesse eine Rubrik von Riccardo, die den Dörfern der Natisone-Täler gewidmet ist. Ich beneide den Kollegen um sein Wissen über die Menschen und das Territorium, und nachdem ich erfahren habe, dass er aus Drenchia an der Grenze zu Slowenien kommt, finde ich den Mut, den Interviewer um ein Interview für meine Serie zu bitten.

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La custode del passo

Per quarant’anni Nella Marchiol ha gestito un piccolo locale nell’unica costruzione di Passo Tanamea. Attraverso i suoi ricordi si snoda la storia di una vita e di un piccolo mondo “di confine”

Passo Tanamea: soli 40 km da Udine, ma siamo già in un mondo alpino, ai piedi della bastionata dei Musi. Poco più in là, il confine.

1971 Nella a Tanamea

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Una donna di frontiera

Licia Chersovani, classe 1923, triestina e slovena, partigiana e antifascista, ripercorre una vita attraversata dalle lacerazioni del passato sul confine orientale e analizza le contraddizioni del presente.

Incontro Licia Chersovani, donna della Resistenza triestina, classe 1923, pochi giorni prima del 25 aprile, con addosso ancora l’amarezza per il risultato delle elezioni politiche e amministrative. E’ da molto che volevo una voce dichiaratamente di sinistra nelle mie storie di confine, e adesso l’ho trovata grazie alla ricercatrice Gabriella Musetti, che assieme a Silvana Rosei ha curato due splendidi ed emozionanti volumi intitolati “Donne di frontiera – Vita società cultura lotta politica nel territorio del confine orientale italiano nei racconti delle protagoniste”. Leggi tutto “Una donna di frontiera”

Con gli sterpi in gola

Viljem Cerno, insegnante, intellettuale e poeta di Lusevera per tutta la vita ha difeso le tradizioni e la parlata slovena delle valli del Torre. Una scelta che gli è costata una vera e propria persecuzione.

“La più grande gioia che ho nell’animo è che il confine è morto, è finito” – con queste parole il professor Viljem/Guglielmo Cerno, di Lusevera/Brdo, insegnante, intellettuale e poeta delle valli del Torre, accoglie il mio invito a parlare del significato che ha avuto nella sua vita l’ormai ex confine. “Ora alziamo alta la parola/che troppo a lungo avevamo sterpi/in gola e chiusa la bocca” – dicono alcuni suoi versi del 2004. E durante il nostro lungo colloquio scoprirò che quest’uomo dall’aria così pacata ha subito durante tutta la sua vita una vera e propria persecuzione solo per la sua coraggiosa difesa dell’identità e della parlata slovena delle Valli. Leggi tutto “Con gli sterpi in gola”

Il museo della frontiera

Alla Stazione Transalpina di Nova Gorica, sotto la guida sensibile e coinvolgente di Marinka Velikonja, è possibile fare un viaggio approfondito e obbiettivo nella dolorosa storia del confine.

Concludo questa serie di storie dal confine con quello che in realtà sarebbe dovuto essere il primo articolo. Se per le mie interviste avessi rastrellato informazioni in modo più sistematico certo sarei capitata ben prima da Marinka nello straordinario Museo della Frontiera che si trova lì, appena oltre la linea dell’ex confine, nella stazione Transalpina a Nova Gorica. Leggi tutto “Il museo della frontiera”

Le vette sono per i sognatori: incontro con Nives Meroi e Romano Benet

Nel lontano gennaio 2005 intervistavo per “IL NUOVO” la coppia di alpinisti che pochi giorni fa (11 maggio 2017) ha completato la salita a tutti e 14 gli Ottomila dell’Himalaya. La ripropongo ora, orgogliosa  di Nives e Romano, e commossa per quanto vi ritrovo e che avevo dimenticato. Nives e Romano non sono cambiati affatto, come si potrà notare! 

Lasciata la pianura nebbiosa, nella Val Canale splende il sole e più su la piana di Fusine è di un biancore accecante. Leggi tutto “Le vette sono per i sognatori: incontro con Nives Meroi e Romano Benet”

Mestre di mont: Varna Mansutti

Ricordi e riflessioni di Varna Mansutti, maestra di montagna, che negli anni Sessanta ha insegnato nei più remoti paesi del Canal del Ferro.

Friuli, censimento del 1921: nel comune di Moggio la borgata di Moggessa di Qua conta 135 abitanti, Moggessa di Là 110; Stavoli ne ha ben 175; l’attuale Chiusaforte centro conta 1544 abitanti, mentre oltre il Fella Raccolana fa comune a sé con 1569 abitanti, di cui 143 a Patoc, 97 a Pezzeit, 107 a Tamaroz; Dogna con il suo canale ne ha 1542 (oggi 260!!); in val Resia la sola Stolvizza ne ha 720. Sono passati novant’anni e la popolazione è stata letteralmente “decimata”, ma ancora nei primi anni Sessanta del secolo scorso in ognuno di questi paesi c’era una scuola. Leggi tutto “Mestre di mont: Varna Mansutti”

Puestine di mont: Elena Tavella

“Che male c’è se un postino di montagna dà un passaggio a una vecchietta che stenta a fare la strada di casa in un giorno afoso d’estate? E’ inutile andare a messa la domenica, mi pare, e poi lasciare che gli anziani tirino le cuoia su pa la rive!” Comincia così la mia intervista a Elena Tavella, puestine di mont, che con la grinta che la contraddistingue entra subito nel vivo dei problemi senza tanti preamboli.

Elena è diventata postina quasi per caso, per poi scoprire che è davvero il lavoro che fa per lei. Purtroppo attualmente è disoccupata perchè, pur avendo accumulato molto punteggio con il lavoro precario trimestrale, questo non le serve a nulla perché le graduatorie sono chiuse e le nuove regole per l’assunzione degli avventizi varate nel 2009 prevedono una sola chiamata all’anno. Ma procediamo con ordine. Leggi tutto “Puestine di mont: Elena Tavella”

Genius loci della Val Aupa

La val Aupa mi ha sempre affascinato, come se i suoi abitanti, schivi ed enigmatici, concentrassero l’essenzialità del genius loci che a me – abitante della pianura – sfuggiva.Solo poco tempo fa la lettura dell’illuminante libro di Franco La Cecla “Mente locale” mi ha chiarito con acute considerazioni come le persone di un posto si rapportino a quel posto stesso, come l’abitare sia una conversazione ininterrotta tra la nostra presenza e quella dei luoghi. E il poeta americano Wallace Stevens ci ricorda che “l‘anima è composta dal mondo esterno” e che “ci sono abitanti di una valle che sono quella valle”.

Recentemente ho avuto la fortuna di intervistare Elena Not e Corrado Druidi, una coppia di Dordolla che conosce a fondo i misconosciuti tesori culturali, vegetali e culinari della Val Aupa, e che ha acconsentito a condividerli con me. Leggi tutto “Genius loci della Val Aupa”

Val Aupa: gli ultimi pastori di Flop

Una volta c’erano molte malghe in val Aupa, nonostante l’asprezza del suolo, e avevano nomi enigmatici o evocativi come Vualt, Liûs, Palis di Liûs, Ladussêt, Giouf di Fau, Flop, Foran da la Gjaline, Cimadôrs. Oggi alcune sono state ristrutturate e vengono usate come bivacchi, di altre non è rimasta quasi alcuna traccia in mezzo all’invadente vegetazione di ortiche e lamponi.

Fienagione in Flop negli anni Sessanta

A salvare dall’oblio della memoria le storie di malga Flop, ai piedi della Sfinge, sul sentiero che oggi porta al Rifugio Grauzaria, è Corrado Druidi, classe 1947, di Dordolla. Leggi tutto “Val Aupa: gli ultimi pastori di Flop”

Val Dogna: Tutta una valle in un uomo

Attraverso lo sguardo acuto di Pietro Compassi di Roncheschin ripercorriamo quasi un secolo di storia e la vita dell’intera val Dogna.

“Sfrecciando sul gigantesco viadotto che sovrasta il paese, in molti si saranno chiesti cosa ci sia nell’anima di Dogna: il paese finisce lì, sotto le infrastrutture viarie, oppure custodisce ancora qualcosa?” Così inizia il bel libro “Dogne si conte…cu le vôs dai nonos”, che raccoglie una serie di testimonianze suiborghi – ormai in gran parte abbandonati – della val Dogna.

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Il maestro dei boschi

Un itinerario alla ricerca di tracce e di alberi sul monte Mia, m 1231, in compagnia di Giovanni Coren di Ponteacco, profondo conoscitore di ogni piega del monte.
E’ una fortuna non quotidiana quella di poter fare un’escursione insieme a Giovanni Coren, istruttore naturalistico e appassionato raccoglitore di storie e tradizioni delle valli del Natisone. Qualcuno lo ha chiamato “il maestro dei boschi”. Lui questo mestiere lo fa per passione, e ama soprattutto lavorare con i bambini delle elementari: dice lui stesso di aver avuto un’infanzia felice in mezzo alla natura e sente il desiderio, quasi la spinta morale di trasmettere questo sapere alle nuove generazioni.

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Der Waldlehrer

Auf der Suche nach Spuren und Bäumen auf dem Mia-Berg, m 1231, begleitet von Giovanni Coren aus Ponteacco, tiefer Kenner jedes Bergwinkels.

Nicht oft hat man das Glück, eine Wanderung zu machen mit Giovanni Coren, Naturwanderführer und leidenschaftlicher Sammler von Geschichten und Traditionen der Natisone-Täler. Jemand hat ihn “den Waldlehrer” genannt. Er macht diese Arbeit aus purer Leidenschaft, und vor allem arbeitet er gern mit Grundschulkindern: er selbst sagt, er habe eine glückliche Kindheit in der Natur gehabt und spüre jetzt den Wunsch, ja sogar den moralischen Drang, dieses Wissen den neuen Generationen weiterzugeben. Die Gelegenheit bietet sich mit dem ersten Kurs für Naturwanderführer, den der sehr engagierte Förderverein “Nediske Doline-Valli del Natisone” organisiert hat. Die Teilnehmer sind fast alle junge Studenten der Natisone-Täler, die vom Frühling bis Herbst die Wanderungen zum Mia-Berg und seinen alten Hirtensiedlungen führen werden. Leggi tutto “Der Waldlehrer”

Tercimonte: 500 rastrelli per una bici

 Tercimonte è un piccolo paese delle Valli del Natisone alle falde del Matajur, abbarbicato su un colle posto alla confluenza dell’Alberone con il Rieca, e nelle giornate limpide gode di una vista impareggiabile verso Cividale e la pianura. Purtroppo è ormai sconosciuto ai più, ma fino a trent’anni fa non era così perché vi fioriva l’artigianato dei rastrelli. Leggi tutto “Tercimonte: 500 rastrelli per una bici”